La professione

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[plain_title title_bold_txt=”Chi è l’ostetrica/o”]

Alla professione di ostetrica/o, in virtù del ruolo rivestito nell’ambito del sistema di tutela della salute, è storicamente attribuito dallo Stato pieno riconoscimento giuridico.
Denominata levatrice fino al 1937 (RDL n. 1520), ostetrica sino al 1994 (D.M. 740 14.9.94) per divenire poi ostetrica/o, per l’accesso da parte degli uomini alla professione è avvenuta in concomitanza con l’emanazione della L. 9 dicembre 1977 n. 903 Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro.

L’abilitazione, ottenuta dal superamento dell’Esame di Stato, legittima l’ostetrica/o ad esercitare la propria professione in ambito ostetrico, ginecologico e neonatale. Le attività riconosciute all’ostetrica sono quelle acquisite nel percorso formativo teorico e pratico (laurea in Ostetricia) e che, a loro volta, rispecchiano le competenze previste nel profilo professionale (DM740/94) e nel codice deontologico dell’ostetrica/o.
Una volta conseguita la laurea “abilitante”, l’ostetrica/o ha l’obbligo di iscriversi al collegio professionale di competenza (dove risiede o dove esercita); la mancata iscrizione vieta l’esercizio della professione che diviene ipso facto abusivo (art. 348 C.P.). L’iscritto è obbligato all’osservanza del Codice deontologico.

Appartiene al gruppo delle professioni intellettuali riconosciute, cioè di quelle per il cui esercizio è obbligatoria l’iscrizione in appositi albi o elenchi nominativi “Albi professionali. L’ostetrica ottiene l’abilitazione attraverso il superamento dell’esame finale, a termine del percorso formativo del corso di Laurea in ostetricia
Con l’entrata in vigore della legge n. 42 Disposizioni in materia di professioni sanitarie, l’ostetrica ha perso la denominazione di professione sanitaria ausiliaria per divenire professione sanitaria. In questa Legge si riconoscono i tre diritti fondamentali di una professione intellettuale:
1. l’autonomia decisionale,
2. l’indipendenza culturale e operativa,
3. la responsabilità professionale.

In considerazione della loro rilevanza sociale e delle loro specifiche competenze, lo Stato tutela i cittadini a rivolgersi a chi esercita tali professioni, dette anche di pubblica necessità.
La peculiarità dell’intervento assistenziale dell’ostetrica/o è di promuovere e tutelare la salute olistica della donna, in campo sessuale/riproduttivo e dell’età evolutiva, rispetto agli eventi naturali/fisiologici relativi alle fasi del ciclo vitale: la vita intrauterina, la nascita, la pubertà/adolescenza, la gravidanza, il parto, il puerperio, l’età fertile, l’età matura, la menopausa/il climaterio.
Parlare di salute olistica significa per l’ostetrica/o considerare la persona nella sua globalità, dove le componenti mente-corpo-cultura interagiscono tra loro intimamente.

Gli ambiti operativi di competenza dell’ostetrica/o sono l’area ginecologica, neonatale e ostetrica. In tali contesti si prende cura della persona sia da un punto di vista clinico (midwifery cure) che di supporto (midwifery care) nonché educativo/informativo (midwifery educator).
Di fronte alla domanda di salute inerente le manifestazioni naturali del ciclo della vita, l’ostetrica/o agisce in completa autonomia assumendosi la responsabilità dell’intervento assistenziale, mentre di fronte a situazioni potenzialmente patologiche deve chiedere il contributo del medico ed in sua assenza essere in grado di prestare le misure sanitarie indispensabili per salvaguardare la vita della persona.

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Ultimo aggiornamento

12 Luglio 2017, 14:57